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Roma: mai più campi rom, nasce il Tavolo d’Inclusione Rom, Sinti e Camminanti

Lo scorso 21 dicembre l’assessore alla Persona, Scuola e Comunità Solidali, Laura Baldassarre ha sospeso i bandi di gara per la gestione dei campi rom, i cosiddetti “villaggi attrezzati”.

La nuova amministrazione della Capitale si è finalmente resa conto che continuare sulla linea seguita negli anni passati fosse controproducente ed ha così fatto una radicale inversione di rotta rispetto alle decisioni prese nei mesi scorsi. Anche l’Associazione 21 Luglio che aveva indetto una conferenza stampa per criticare la politica dell’amministrazione Raggi, ora esprime una cauta soddisfazione sottolineando come, per la prima volta, venga prodotto un cronoprogramma per l’avvio del processo di superamento delle baraccopoli. Un segnale importante che va a rompere l’immobilismo dei primi cento giorni di governo quando la stessa Associazione 21 Luglio aveva denunciato come aberrante la spesa di 12 milioni di euro per mantenere lo status quo.

Con la delibera n.117 del 16 dicembre 2016 la Giunta Capitolina ha approvato l’istituzione di un Tavolo cittadino per l’inclusione dei rom, sinti e camminanti. La questione fondamentale è l’abitazione che influisce sulle condizioni di vita dei singoli soggetti e della comunità perché incide sulle possibilità di accesso ai servizi, di vita sociale con le altre popolazioni  residenti oltre che sulle opportunità di accesso al lavoro e all’istruzione. Il Progetto Inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti ha un approccio interdisciplinare con indicazione sintetica di azioni nel periodo gennaio-luglio 2017 e prevede il coinvolgimento della Regione, dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale, del Ministero del Lavoro e dell’ANCI, l’avvio di accertamenti patrimoniali, la preparazione di un bando e Capitolato Europeo. Entro il 31 gennaio 2017 è stata disposta la redazione del piano di programmazione e progettazione degli interventi di breve e lungo periodo. Intanto il passo decisivo è stato quello di congelare i bandi che erano stati indetti in precedenza e che prevedevano una spesa di circa 12 milioni di euro per il mantenimento dell’obsoleto sistema dei campi.

Fatti di cronaca come la morte della giovane studentessa cinese hanno riaperto una ferita che è comune a molte periferie di Roma. Il campo di via Salviati è sorto 25 anni fa e come molti altri sparsi per la città, ha contribuito alla proliferazione della criminalità. La via dell’inclusione è l’unica possibile anche se sarà piena di ostacoli: quando, come è già accaduto, le famiglie opporranno resistenza di fronte alla possibilità che una famiglia rom diventi la loro vicina di casa, quando nessun ragazzino li vorrà come compagni di banco, quando nessuno si fiderà ad assumerli, allora le istituzioni dovranno dimostrare la loro fermezza.