file mc drive 4 maggio

Quelli che biasimano la gente in fila al McDrive

Notturno come il lavoro di Penelope, che al calar del sole disfaceva la tela tessuta di giorno. In questa notte tentiamo anche noi di disfare retorica e luoghi comuni, comodi argomenti in mano all’imbecillità che regna sovrana. Sperando che Ulisse ritorni presto.

Ieri è ufficialmente iniziata la “Fase 2”. E la notizia del giorno, in queste nostre vite appese ai social dentro casa, sono le lunghe file di ieri sera fuori dai McDrive. Io non esco, ma molti giornali locali in queste ore hanno collezionato vagonante di clic con questa notizia (ah, il giornalismo di inchiesta!).

E sui social, da ieri sera, schiere di difensori dell’ortodossia hanno un nuovo nemico contro cui scagliarsi. Prima erano i giovani untori. Poi siamo passati ai detestabili runners. Quindi a “ma qui le strade sono piene di gente”. Adesso finalmente possiamo voltare pagina e scagliarci contro un nuovo odioso “tipo di Italiano”: quello in fila, dentro la macchina, per prelevare cibo da asporto.

Solo che il problema, qui, è che prelevare cibo da asporto non è attività vietata. Tantomeno pericolosa, secondo le raccomandazioni del Ministero della Salute o di medici e ASL.

A partire da ieri, infatti, sulla base dell’interminabile elenco di disposizioni contenute nell’art. 1 del DPCM del 26 aprile scorso, sono sì “sospese le attività dei servizi di ristorazione” ma – attenzione – “ad esclusione della […] ristorazione con asporto fermo restando l’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, il divieto di consumare i prodotti all’interno dei locali e il divieto di sostare nelle immediate vicinanze delle stesse”.

Quindi, cari amici odiatori seriali sui social, cos’è esattamente che vi disturba? Mettersi in fila per un’ora e oltre, per prendere un panino da McDonald’s sarà forse discutibile in fatto di gusti, ma di certo non rappresenta un pericolo per la nostra salute neanche in questo momento così delicato.

Nessuno qui vuole giustificare i tanti comportamenti irresponsabili che purtroppo capita ancora di vedere in giro (a quelli che escono. Come detto sopra, io sono chiuso in casa da mesi). Ma non è questo il caso. E dovremmo forse imparare a distinguere.

Si è molto detto e scritto, in questo periodo, che dopo l’epidemia “nulla sarà più come prima”. Evitiamo allora che tutto torni esattamente come lo abbiamo lasciato: con curve di tifosi che dalle loro bacheche di Facebook puntano il dito contro la tifoseria avversaria. Se c’è una cosa che questa epidemia ci ha insegnato è che siamo tutti sulla stessa barca. E che, essendo in una democrazia (vivaddìo!), dovremo innanzitutto sforzarci di convincere l’altro a rispettare la regola, più che limitarci alla repressione e al biasimo.

P.S. Siccome rispettare le raccomandazioni sanitarie in questa “Fase 2” sarà fondamentale, anche per evitare nuovi lockdown, mi sembra interessante condividere le istruzioni del Ministero della Salute su come indossare mascherine protettive. Il tempo impiegato a guardare il video è di certo più utile di quello speso a “dare addosso” alle file del McDrive.