Pomezia, cosa sta succedendo con la scuola Marone

Pomezia ha un problema con la scuola media Marone. La vicenda ormai è nota, da circa un mese non si parla d’altro in città, e l’argomento è ormai protagonista delle giornate di ogni pometino: sindaco, giunta, opposizione, ma soprattutto comitati e associazioni stanno esprimendo il loro parere sulla vicenda, proviamo però a fare chiarezza.

Il bando

Tutto inizia a fine settembre quando il Comune dispone una manifestazione d’interesse per trovare un edificio che sostituisca in via provvisoria la scuola media Marone di via della tecnica, ponendo come termine del bando il 2 ottobre. La sostituzione temporanea della scuola media deve essere fatta perché l’istituto scolastico rientra negli edifici pubblici da rimodernare grazie ai fondi del PNNR. A Pomezia arriveranno circa dieci milioni di euro per mettere in sicurezza lo stabile e regalare alla cittadinanza una nuova scuola media. Insomma, un’occasione importante, da non farsela scappare per l’amministrazione guidata dal neo sindaco Felici.

Il bando però va quasi deserto, sono solo tre le proposte arrivate al comune e solo una di queste mette a disposizione un immobile. La scelta quindi sembra inevitabile, il comune decide di acquistare un palazzo in via dei castelli romani 24 di proprietà della Work Palace srl e Castelli srl al costo di 6 milioni di euro.

Che cos’era quel palazzo?

Il palazzo in questione in molti lo ricorderanno come essere stato un albergo, ma precedentemente era stato anche la sede di alcune società legate al gruppo Dima, azienda fallita e resasi protagonista a Pomezia di diverse vicende legate alla costruzione di palazzi e quartieri, molti dei quali rimasti abbandonati come il parco della Minerva nella zona tra vicerè e la 167. Il palazzo è passato di mano in mano negli ultimi dieci anni e una delle polemiche mosse contro questa scelta è anche relativa al prezzo d’acquisto. Nel 2021 infatti, a seguito di un’asta fallimentare lo stesso sembra essere stato venduto per 750.000 €, come dichiara il deputato Giuseppe De Cristoforo deputato di Alleanza Verdi e Sinistra che è intenzionato a portare l’intera vicenda in parlamento.

Le critiche

La notizia arriva in poche ore a tutta la cittadinanza, soprattutto alle forze politiche di opposizione. Le critiche più feroci provengono dal gruppo dei cinque stelle. I pentastellati infatti ,che durante il loro mandato avevano già affrontato la questione, ritengono la spesa di 6 milioni di euro per l’acquisto di un immobile come quello una cifra troppo alta, proponendo come avevano fatto in precedenza, la costruzione di unità mobili prefabbricati che sarebbero costati alle casse comunali 3,5 milioni. Inoltre, c’è la questione dei lavori da svolgere nel palazzo per adibirlo a scuola media, un ulteriore costo per le casse comunali.

Oltre ai cinque stelle, anche il Partito Democratico e la lista di Castro, Valore Civico, si scaglia contro la giunta di maggioranza; la soluzione del nuovo palazzo non piace praticamente a nessuno, compresi i veri protagonisti della vicenda ossia le famiglie degli alunni della scuola media. Il problema, oltre all’aspetto economico, è la paura dell’ulteriore congestione della viabilità: il nuovo palazzo è infatti sito in via dei Castelli Romani, una zona che quotidianamente è paralizzata dal traffico e la presenza di una scuola con circa 500 alunni renderebbe ancora più dificile la vita di lavoratori e cittadini.

C’è poi l’aspetto della riconversione: Cosa farci con un palazzo del genere una volta trascorsi i due anni necessari per i lavori?

La risposta del Sindaco e della maggioranza

Il sindaco Felici e la sua giunta non hanno intenzione di cedere e vanno avanti per la loro strada. In risposta alle critiche dell’opposizione il primo cittadino risponde “Riteniamo che l’acquisto del palazzo sia un’ottima scelta per Pomezia, la migliore rispetto alle proposte fatte dall’opposizione. I famosi 42 moduli che propongono i cinque stelle sarebbero stati l’ennesima bufala. Noi preferiamo acquistare un palazzo di cemento e acciaio rispetto a delle strutture mobili che non rappresenterebbero un patrimonio per la città. Anche per la questione riconversione, una volta terminati i lavori alla scuola Marrone l’immobile resterà a disposizione della cittadinanza, lo potremmo sfruttare in molti modi, o al limite anche rivenderlo”.

Da chi sta comprando il comune?

Un altro aspetto, non di minore importanza, è capire chi c’è dietro l’immobile protagonista di questa vicenda. Il comune sta acquistando da due società, la Work Palace srl e la Castelli srl, le quali hanno venduto le proprie quote il giorno della manifestazione d’interesse da parte del comune, alla 2B Edilizia srl. Le quote di quest’ultima società appartenevano già precedentemente alla Erre Group srl. Tutto questo quadro un po’ contorto fa capo ad un’unica società, la 14 Immobiliare srl di Marco Castelli. Anche qui le opposizioni stanno provando a fare luce sulla questione per rendere tutto il più trasparente possibile. La vicenda è ancora in fase di verifica, la giunta ovviamente difende la sua posizione e garantisce la regolarità dell’operazione.

La vicenda è tutt’altro che conclusa, già due commissioni trasparenza sono andate deserte e i giorni continuano a passare. Stando a quanto detto dal Comune il palazzo “chiavi in mano” dovrebbe essere consegnato alla città ad inizio dicembre, prima di essere adibito a scuola media e messo a disposizione degli studenti, i tempi dunque sono strettissimi.