Il nuovo piano di gestione dei rifiuti della Regione Lazio

Con la Deliberazione di Giunta Regionale 49 del 31 gennaio 2019 sono state approvate le Linee Strategiche per il Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio, un documento relativo all’arco temporale 2019-2025, che definisce in maniera integrata le politiche in materia di prevenzione, riciclo, recupero e smaltimento dei rifiuti, nonché di gestione dei siti inquinati da bonificare.

L’ATTUALE PROCESSO DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI

Attualmente, nella Regione Lazio, lo smaltimento dei rifiuti si basa sull’utilizzo di impianti di trattamento meccanico-biologico (TMB) dei rifiuti indifferenziati, una tecnologia che sfrutta l’abbinamento di processi meccanici a processi biologici quali, ad esempio, il compostaggio. Appositi macchinari separano la frazione umida dalla frazione secca (carta, plastica, vetro, inerti, ecc.); quest’ultima può essere in parte riciclata o usata per produrre combustibile derivato dai rifiuti (CDR).

L’aggiornamento del Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio ha l’obiettivo di fornire alla Regione uno strumento di pianificazione adeguato al mutato quadro normativo europeo e ai cambiamenti economici, sociali e tecnologici, tenendo conto dei dati relativi alla produzione dei rifiuti e del fabbisogno impiantistico.

L’UNIONE EUROPEA – DIRETTIVE SULL’ECONOMIA CIRCOLARE

Il Piano di Gestione dei Rifiuti (PGR) terrà conto delle nuove direttive contenute nel pacchetto UE sull’economia circolare, pubblicate nella Gazzetta Ufficiale europea del 14.06.2018, che dovranno essere recepite entro il 5 luglio 2020 dagli Stati membri e che sono volte a individuare una serie di misure per aiutare le imprese e i consumatori europei a compiere la transizione verso un’economia più forte e in cui le risorse siano utilizzate in modo più sostenibile, adottando un sistema pensato per potersi rigenerare da solo. Il prodotto, infatti, giunto alla fine del suo ciclo d’utilizzo, è pronto per essere trasformato nuovamente in altri prodotti.  Il periodo di riferimento per l’adozione di questa strategia è di 5-7 anni, comprendente una fase di valutazione intermedia: un efficace compromesso tra l’urgenza di introdurre azioni di cambiamento e la possibilità di misurane gli effetti.

Il pacchetto stabilisce inoltre due traguardi comuni per l’Unione europea: il primo è il riciclo di almeno il 55% dei rifiuti urbani entro il 2025 (quota destinata a salire al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035), rendendo obbligatoria la raccolta dell’organico entro il 2023; il secondo obiettivo è il riciclo del 65% dei rifiuti da imballaggi entro il 2025 (quota che sale al 70% entro il 2030), con obiettivi diversificati per materiale. Le nuove direttive stabiliscono inoltre la necessità di ridurre lo smaltimento dei rifiuti urbani in discarica, che entro il 2035 dovrà rispettare il tetto massimo del 10% del totale.

Le nuove best available techniques (BAT)

Si richiama, infine, la recente decisione della Commissione Europea del 10/8/2018 n. 2018/1147/UE. Le Best Available Techniques (BAT) forniscono alle autorità nazionali le basi tecniche per stabilire le condizioni che gli impianti di trattamento rifiuti devono rispettare per ottenere l’autorizzazione a esercitare. Se l’obiettivo principale delle BAT risulta essere la riduzione delle emissioni prodotte dagli impianti di trattamento rifiuti, vengono anche disciplinate altre questioni ambientali, come l’efficienza energetica, efficienza delle risorse (consumo di acqua, riutilizzo e recupero dei materiali), la prevenzione degli incidenti, rumore, odore e gestione dei residui.

Obiettivi strategici generali della Regione Lazio

Tra il 2012 e il 2016 la regione Lazio ha incrementato la raccolta differenziata dal 22% al 42%, ottenendo il miglior progresso tra le regioni europee. Cinque anni fa un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti l’anno venivano interrate senza subire trattamenti preventivi, esponendo la salute pubblica a gravi rischi; oggi, invece, grazie a un investimento di oltre 200 milioni di euro, tutti i rifiuti indifferenziati vengono trattati prima dello smaltimento. L’obiettivo dei prossimi anni è ‘chiudere’ finalmente il ciclo, con un pacchetto di iniziative:

1) Portare la raccolta differenziata al 70% nel 2025: il primo obiettivo è portare la raccolta differenziata al 70%. Per raggiungerlo sarà necessario continuare a finanziare i Comuni nei progetti di miglioramento della raccolta con un fondo di 57 milioni di euro per i prossimi 3 anni con cui realizzare isole ecologiche, impianti di compostaggio e di autocompostaggio. Sarà favorito inoltre il passaggio all’applicazione della tariffa puntuale in tutti i comuni della regione. Un meccanismo che permetterà all’utente di pagare in base ai rifiuti indifferenziati prodotti secondo il principio “chi meno rifiuti produce, meno paga”.

2) Investimenti nelle nuove tecnologie. Il secondo cardine della strategia dei prossimi anni è la trasformazione dell’impiantistica esistente. Gli impianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) sono destinati a cambiare e quelli di nuova generazione, basati sulla meccatronica e la fotonica, dovranno sostituire gli attuali. Nell’arco dei 5 anni, si punta inoltre alla riduzione del 50% del fabbisogno di conferimento in discarica, nella prospettiva di una conseguente chiusura degli impianti attualmente esistenti. L’obiettivo di riduzione del 50% dovrà derivare da una azione congiunta di massimizzazione della raccolta differenziata e di modifica graduale del sistema di gestione dei rifiuti.

3) Una politica agricola ‘per’ i rifiuti. L’ottimizzazione della raccolta differenziata e le nuove tecnologie consentiranno di dare nuova vita ai rifiuti, a partire dall’uso agricolo. Per ottenere questi risultati si potranno utilizzare le leve della politica agricola, attribuendo, ad esempio, incentivi per l’impiego di fertilizzanti ottenuti dal processo di compostaggio della raccolta differenziata; un modo per premiare i comportamenti virtuosi e spingere il sistema verso una vera e propria economia priva di sprechi.

4) Dai rifiuti, nuovi lavori verdi. La green economy è uno dei sette settori su cui si sta specializzando il sistema industriale della regione. Per sostenerne lo sviluppo è necessario formare le professioni adeguate ed investire in percorsi di alta formazione che consentano di acquisire le competenze necessarie per rispondere alla domanda di sostenibilità dell’economia regionale.

5) Rafforzamento delle attività di controllo e di vigilanza in materia di tutela ambientale. Al fine di potenziare le attività di prevenzione e contrasto degli illeciti in materia ambientale, soddisfacendo le richieste della collettività riguardo la sicurezza e la salute pubblica, sarà implementato il sistema dei controlli sugli impianti, per limitare l’abbandono indiscriminato dei rifiuti e ostacolare eventuali tentativi di infiltrazione criminale nel settore.

6) Attenzione a problematiche legate alla presenza di gravi infiltrazioni di stampo criminale o mafioso. Il Rapporto “Mafie nel Lazio – 2018”, prodotto dall’Osservatorio Regionale per la legalità e la sicurezza, riporta che nella regione è presente un sistema di criminalità organizzata il cui centro nevralgico è la Capitale, che ha tra i suoi settori di investimento la gestione illecita dello smaltimento dei rifiuti.

Dedichiamo, infine, un paragrafo alle statistiche regionali e locali sul conferimento dei rifiuti

RIFIUTI URBANI – PRODUZIONE PRO CAPITE E DIFFERENZIATA NEL LAZIO

I rifiuti urbani prodotti nella regione Lazio nel 2017 ammontano a 2,97 milioni di tonnellate, oltre 50 mila tonnellate in meno rispetto alla precedente indagine di ISPRA relativa all’anno 2016 (- 1,8%). I rifiuti urbani prodotti nel Lazio costituiscono circa la metà di quelli prodotti nel centro Italia (46%) e il 10% di quelli prodotti sull’intero territorio nazionale (Tabella 1).

Analizzando il dato relativo al valore di produzione pro capite nel 2017 si rileva un valore pari a 504 kg di rifiuti prodotti per abitante contro i 538 kg prodotti mediamente nel Centro Italia e i 489 kg per abitante rilevati a livello nazionale. Il Lazio è la settima Regione per valori pro capite di produzione dopo Emilia-Romagna, Toscana, Valle d’Aosta, Marche, Liguria e Umbria. La provincia di Roma fa segnare il dato di produzione pro capite più elevato (oltre 534 kg per abitante), mentre le altre province hanno tutte una produzione pro capite di rifiuti inferiore a 500 kg per abitante.

Tra le province del Lazio, Roma fa riscontrare anche la maggior quota pro capite di raccolta differenziata (oltre 242 kg per abitante) che, seppur non a livello delle migliori province d’Italia, evidenzia un miglioramento rispetto al 2016 di oltre 12 kg per abitante.

Nel 2017, la percentuale di raccolta differenziata (RD) rilevata nella Regione Lazio è pari a 45,5% contro il 51,8% rilevato al Centro e il 55,5% a livello nazionale. La percentuale di RD è, quindi, ancora lontana da quella rilevata per le Regioni migliori quasi tutte al Nord del Paese ma si registrano comunque, miglioramenti che hanno portato nell’ultimo anno ad incrementare la percentuale di raccolta di oltre 4 punti percentuali nel solo 2016.

ARDEA E POMEZIA – PERCENTUALI DI RACCOLTA DIFFERENZIATA

Ardea ha fatto registrare nello scorso settembre 2018, stando ai dati riportati dalla ditta l’Igiene Urbana, il record negativo del 35,79% di differenziazione dei rifiuti. Nonostante il ruolo pionieristico della città ardeatina, tra le prime amministrazioni locali a introdurre il conferimento “porta a porta”, il trend è fortemente negativo. Nel 2016 e nel 2017 il dato, seppur basso, si attestava comunque ben al di sopra del 40%.

Da notare, infine il profondo divario dagli obiettivi regionali fissati ormai da 7 anni – 65% di differenziata – raggiunti invece dal Comune di Pomezia, il cui dato sulla differenziata si attesta al 68%.

CURIOSITA’ – l’impianto di trattamento meccanico-biologico più grande del Lazio ha sede ad Aprilia (Campoverde)