Mano armata

Qualche giorno fa il pubblico ministero del Tribunale di Velletri ha chiesto di sottoporre a processo la mamma di Andrea Pignani, il ragazzo con problemi psichici che due anni fa sparò e uccise due bambini e un signore, all’interno del Consorzio di Colle Romito.

Motivo? Sapeva dei problemi del figlio e non ha mai denunciato la presenza in casa dell’arma del marito defunto, che sarebbe stata poi utilizzata dal figlio nel commettere quella che tutti i media definirono allora “la strage di Ardea”.

Non entro nel merito di una vicenda giudiziaria su cui è giusto che la magistratura faccia il suo lavoro.

Per una strana coincidenza, però, la notizia è stata diffusa nei giorni in cui il Governo procedeva con l’approvazione dell’ennesimo “decreto Sicurezza”, una serie di misure – perlopiù aumenti di pena e introduzione di nuovi reati – che l’esecutivo ha introdotto, appunto, per garantire più sicurezza a cittadine e cittadini.

È sempre curioso notare come il nostro Paese, uno di quelli con la giustizia più lenta e dunque meno efficace, sul tema della sicurezza risolva sempre tutto con un aumento delle pene e con l’introduzione di nuovi reati. Provvedimenti inutili (è dai tempi di Cesare Beccaria e del suo “Dei delitti e delle pene” che sappiamo che aumentare le pene non serve a prevenire i reati) quando non dannosi, proprio perché ingolfano ulteriormente un sistema al collasso come quello dei tribunali.

Tra le norme approvate, poi, c’è anche la possibilità per gli agenti di polizia fuori servizio di portare con sé un’arma, non quella di ordinanza, ma un’arma privata, “più leggera”, come si legge dal comunicato della Presidenza del Consiglio dei Ministri. A cosa serva questa seconda arma non è molto chiaro. Quello che invece è chiarissimo è che questo provvedimento comporterà ancora più armi in giro. E poco importa se le armi saranno ovviamente registrate e se a detenerle saranno agenti sicuramente qualificati: come ama ripetere Luca Di Bartolomei, figlio del grande Agostino e impegnato da anni contro la diffusione delle armi nel nostro Paese, “se c’è un’arma, prima o poi sparerà”. Lo mostra chiaramente l’alto numero di stragi in America, che con il suo secondo emendamento, praticamente consente a chiunque di detenere un’arma.

Più armi ci sono in circolazione, meno sicurezza c’è per tutti. La tragedia di Ardea mostra, in fondo, proprio questo. C’è chi, all’indomani della strage, invocava più forze di polizia. Ma la verità è che se Andrea Pignani non avesse avuto un’arma in casa probabilmente le cose sarebbero andate diversamente, mentre è assai verosimile che anche con trenta agenti in più, armati fino ai denti, non avremmo fatto comunque in tempo a fermare la sua mano omicida.