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La La Land under the Moonlight

Alla vigilia dell’assegnazione Oscar, immagino che tutti abbiano visto La La Land e pochissimi Moonlight, anche per una semplice ragione di tempistica e distribuzione: il primo è uscito in moltissime sale da più di un mese, il secondo invece è nei cinema da poco più di una settimana in appena quattro sale a Roma.

Di La La Land ne hanno scritto in molti: osannandolo, elencandone le innumerevoli citazioni cinematografiche, esaltando la professionalità poliedrica degli interpreti, cos’altro si potrebbe aggiungere? Una nuova chiave di lettura?

Certamente no: La La Land è così semplice, lineare e diretto da non aver bisogno di nessuna rilettura. È un motivo orecchiabile che ti entra dentro e ti scorre nelle vene obbligandoti a canticchiare e zompettare senza avere nessun riguardo di passare per un perfetto idiota. Questo è uno dei “meravigliosi effetti collaterali” dei musical ed è, senz’altro, il pregio principale di La La Land che è encomiabile per tanti aspetti già lautamente celebrati: le musiche che riescono a far amare il jazz anche ai non amanti del genere, le scenografie scintillanti e curatissime, le coreografie ricche di citazioni ai monumenti del passato, gli interpreti. Ryan Gosling, più bello che carino, ha nei lineamenti i caratteri della malinconia, Emma Stone, più carina che bella, ha l’aria di una coniglietta sbarazzina che forse carica un po’ eccessivamente la drammaticità delle sue interpretazioni, ma il suo talento è innegabile. Anche il finale del film è apprezzabile perché non scade nel banale, ma tutte queste evidenti qualità ed eccellenze di La La Land, a mio modestissimo parere, non dovrebbero bastare per vincere la statuetta più pesante, quella di miglior film. I temi trattati: dal sogno di una cameriera di Los Angeles di diventare un’attrice, al musicista squattrinato, al loro amore da favola e poi tormentato, sono antitetici all’originalità e alla creatività.

Moonlight è un film dalla forte connotazione sociale, una storia descritta dal punto di vista personale e unico del protagonista, interpretato da tre attori diversi, nelle sue tre fasi: bambino, adolescente e adulto, senza mai farci perdere la sua focalizzazione.

La storia è ambientata nei ghetti di Miami, dove Chiron vive con una madre dipendente dalla droga che non si occupa di lui. Fin da piccolo è vittima di bullismo e viene preso sotto l’ala protettiva di Juan, uno spacciatore che spesso lo accoglie, con la sua compagna Teresa, in casa sua. Sarà lì che per la prima volta Chiron chiederà: “Cos’è un frocio? Io sono un frocio?” E saggiamente Juan e Teresa gli spiegano che “frocio” è un modo dispregiativo per definire i gay e che solo quando sarà più grande potrà veramente capire di esserlo o meno. Crescendo Chiron prende consapevolezza del proprio orientamento sessuale, ha il suo primo rapporto con un amico d’infanzia, sulla spiaggia al chiaro di luna. Un evento traumatico cambierà in modo radicale la vita di Chiron segnando uno spartiacque tra la sua adolescenza e l’età adulta. Diventerà un uomo con una muscolatura imponente che fa da corazza ad una fragilità interiore che verrà messa a nudo da un ritorno al suo passato.

Secondo voi l’Academy che è composta da attori, ex attori e registi di Hollywood in quale storia  potrebbe identificarsi tra le due? Con la meravigliosa, romantica e scintillante La La Land o con la nuda e cruda, ma anche tenera realtà di Moonlight? Spero tanto di sbagliarmi e che magari, alla fine come miglior film possa vincere un terzo candidato come Manchester by the sea, che però non ho visto. In ogni caso credo che Moonlight sia un film meritevole di qualche riconoscimento, magari proprio della statuetta più pesante, ma forse l’Oscar non è meritevole di Moonlight.

La discussione è sempre la stessa ed è tra due filosofie agli  antipodi: tra coloro che intendono il cinema come puro intrattenimento e coloro che credono che abbia anche una valenza sociale, tra coloro per cui l’incasso al botteghino è rilevante nel giudizio di un’opera e per chi non lo è, tra chi privilegia la forma e chi il contenuto.