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Green Book, un film di Peter Farrelly

Green Book è un film da vedere per una lunga serie di ragioni: per la tematica affrontata, la segregazione razziale negli Stati Uniti, per la ammirevole interpretazione dei due protagonisti, anche se Viggo Mortensen è stato candidato agli Oscar come miglior attore protagonista e Mahershala Ali come non protagonista e per la sceneggiatura brillante che ha il miglior pregio nel saper mantenere un prezioso equilibrio tra ironia e dramma. 

Il film è ispirato alla storia vera del pianista afroamericano Don Shirley che nel 1962 decide di avventurarsi in una tournée negli stati del profondo Sud – Louisiana, Mississippi, Georgia – dove, a differenza della sua New York, è ancora forte il regime di segregazione razziale. Per questo motivo ingaggia Tony Lip – Viggo Mortensen – come autista e guardia del corpo, un italo americano rozzo, razzista e mangione che risolve i problemi con la violenza. 

Nel corso del viaggio i due, così lontani per cultura ed estrazione sociale, riescono, tappa dopo tappa, a trovare una chiave per comunicare, per confrontarsi e migliorarsi a vicenda. Così mentre Don Shirley suggerisce le parole per le lettere che Tony manda alla moglie – Linda Cardellini – Tony lo spinge a riabbracciare la cultura della sua gente arrivando a dirgli di “essere più negro di lui!”.

L’alternanza di momenti divertenti e drammatici è la forza di questo film e della sua scrittura che ha trovato nei suoi interpreti gli artefici perfetti per la realizzazione di un’opera che senza dubbio darà la meritata consacrazione al regista Peter Farrelly.