cyberbullismo

Come funziona (e come difendersi da) il cyberbullismo?

Nel XXI secolo la parola chiave in qualsiasi ambito è: evoluzione.
Che si parli di tecnologia, economia, società, tutto è incentrato sul migliorarsi e sul trovare alternative. Purtroppo, o per fortuna, anche i comportamenti sociali si aggiornano con i tempi.

Il cyberbullismo (bullismo online) è il termine che indica un attacco continuo, ripetuto e offensivo attuato mediante la rete; è un termine coniato nel 2002 e colpisce soprattutto gli adolescenti.
Il bullismo tradizionale sembra ormai “fuori moda” mentre quello online imperversa e spesso resta impunito.
Lo sviluppo di internet e dei social network ha permesso la diffusione di messaggi, immagini e video che possono essere inviati per il mondo in pochi secondi e questa pratica si è diffusa velocemente.

Il grande potere di questa violenza, se così possiamo dire, è la sua viralità, ovvero la condivisione rapida e capillare dei vari contenuti.
Il bullo in questo caso è quasi sempre anonimo, riesce a rimanere nascosto e/o irreperibile e il destinatario non può fare nulla per impedire il propagarsi di scherzi e offese.

In Europa è diventato un fenomeno diffuso e per molti ragazzi è un vero e proprio problema psicologico e relazionale. Quando si parla di adulti invece sfocia in molestie vere e proprie e può verificarsi anche sul lavoro (mobbing). Le varianti sono moltissime: offese e insulti, minacce di morte, pornografia e altro.
Per il ricevente, soprattutto se giovane, nascono problemi di autostima e di accettazione da parte dei coetanei. Questo tipo di bullismo può attribuire un’etichetta che a volte è difficile da cancellare.

Molti ragazzi, fortunatamente, riescono a parlarne con i genitori, negli ambienti come la scuola o la palestra, rivolgendosi alle autorità o ad associazioni , ma non è per tutti così.
Chi non riesce a ribellarsi ha poche alternative, spesso si assiste a ragazzi che cambiano scuola mentre nel peggiore dei casi si parla di depressione e suicido (come è più volte accaduto in Italia).

Secondo le ultime ricerche almeno 1 studente su 4 in Inghilterra è stato vittima di cyberbullismo attraverso strumenti come il telefono o il pc. Altri studi poi confermano che le ragazze sono molto più soggette a ricevere contenuti inappropriati o a subire violenze rispetto ai maschi. Anche in America e in Italia le percentuali sono alte: su campioni di 1500 studenti circa, oltre il 10% riceve un trattamento denigratorio via web.

In Italia il cyberbullismo, che è in espansione, è un reato e viene punito con un risarcimento economico o addirittura la prigione, anche se spesso non è facile individuare il colpevole che si nasconde dietro lo schermo.

Come fare per difendersi?

Esiste un numero verde [800 669 696] istituito dal Ministero della Pubblica Istruzione per aiutare i ragazzi a parlare di queste problematiche, ma c’è anche il 114 del Telefono Azzurro che può dare supporto ai più giovani e poi altre associazioni e psicologici.
Il cyber-bullismo può costituire una violazione del Codice civile e del Codice penale e, per quanto riguarda l’ordinamento italiano, del Codice della Privacy (D.Lgs 196 del 2003). Il codice penale ha poi al suo interno alcuni articoli che, se violati, portano alla reclusione e si riferiscono tutti a questo tema, parliamo degli articoli 528, 594, 600, 615bis.

È necessario sensibilizzare i ragazzi e le famiglie ad un corretto uso dei mezzi di comunicazione, in modo che siano consapevoli del vasto potere distruttivo che hanno tra le mani e che può scatenarsi con un semplice click.