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“L’altra volta” del dissesto ad Ardea: intervista a Francesco Lo Reto

Dopo il nostro articolo sulle conseguenze del Dissesto Finanziario, nel Comune di Ardea nulla sembra esser cambiato. L’ipotesi dell’imminente dichiarazione è rimasta tale e non ci sono stati nei giorni scorsi nuovi sviluppi o novità su cosa accadrà.
Come avevamo detto però, il dissesto non sarebbe una novità per la città, poiché è stato già dichiarato nel 1993.
Per saperne di più e per fare un confronto abbiamo intervistato un “testimone diretto”, ovvero un uomo che ha vissuto in prima persona le vicende politiche cittadine degli anni ’90.

Francesco Lo Reto abita infatti ad Ardea dai primi anni ’70, è stato Assessore al bilancio con la giunta Bartolini (che fu eletta nel 1995, dopo il primo dissesto finanziario) e quindi ha avuto un ruolo diretto nell’amministrazione del Comune subito dopo il primo (ed unico) dissesto finanziario.
L’amministrazione di cui faceva parte è durata appena 9 mesi, ma Lo Reto ha continuato il suo impegno politico, candidandosi a Sindaco per 2 volte di seguito, in entrambi i casi senza successo e diventando consigliere comunale sia nel corso dell’amministrazione Farneti che Ucci.

Com’era la situazione prima del Dissesto Finanziario del 1993?
«Ardea era all’epoca una cittadina sprovvista dei più elementari servizi, che non superava i 20mila abitanti nonostante il vasto territorio.
Nonostante l’assenza di opere pubbliche, il Comune si è trovato in una forte situazione debitoria che ha determinato la dichiarazione del dissesto finanziario. Probabilmente la crisi finanziaria fu inevitabile per l’amministrazione Cogliandro, che non era in grado di combattere evasione, disservizi, illegalità».

Cosa face il Comune per risollevarsi, dopo il 1993?
«Nonostante i pochi mesi di mandato Bartolini, la giunta e il consiglio cominciarono subito con un forte programma di opere pubbliche deliberando tempestivamente il bilancio preventivo del 1996.
Fortunatamente con l’istituzione da parte dello Stato di nuove tasse come l’I.S.I. (imposta straordinaria sugli immobili) e l’I.C.I. (imposta comunale sugli immobili), le casse del comune iniziarono a riprendersi. Ieri come oggi fu difficile contrastare la forte evasione fiscale di questo territorio. Purtroppo le amministrazioni Farneti ed Ucci non hanno dato continuità a quel programma di opere pubbliche né lo hanno sostituito con altre scelte. Gli scontri interni alle maggioranze e vari problemi strutturali della macchina amministrativa hanno in sostanza fatto perdere anni preziosi e l’ente e il territorio sono rimasti in fase di stallo».

Ci sono dei lati positivi dalla dichiarazione di Dissesto Finanziario?
«Sicuramente l’amministrazione in carica potrà essere aiutata dal Ministero dell’Interno per ricominciare da capo: servirà una programmazione vera, servirà ovviamente tempo e preparazione.  Sarà un processo lungo e per ora non possiamo dire se sarà positivo per il Comune, ma Ardea ce la può fare e non possiamo che augurarcelo.
In secondo luogo, l’intervento della Corte dei Conti potrà scavare nei cassetti del Comune e trovare cause e responsabili, potrebbero venir fuori nuovi debiti “dimenticati” o procedure scorrette, non valide, o semplicemente svolte in modo errato.
Però non dispongo di tutti gli elementi che in questi casi occorre conoscere, considerando le condizioni in cui versa il comune e della poca trasparenza che riguarda la gestione dei documenti».

Cosa fare nell’immediato, nel caso ci fosse la dichiarazione?
«L’evasione è il vero problema, occorre contrastarla e cercare strumenti per la riscossione, soprattutto potenziando l’attuale scarsità di personale utilizzando la normativa vigente. Ci sono irregolarità sugli spazi pubblici, sui rifiuti, sui servizi, sulle varie tasse statali e comunali, cittadini privati e attività commerciali che devono rendere al Comune dei soldi o che per anni non hanno versato le cifre dovute.
Dato che Ardea non riceve entrate da aziende (perché non ce ne sono quasi) o da altri regolamenti questa è l’unica soluzione attuabile da subito».

Di cosa ha bisogno Ardea?
«Ardea deve capire cosa vuole fare. Essere un polo turistico? Valorizzare il territorio? Puntare sull’agricoltura? Bisogna decidere e prendere una direzione. Pensiamo agli introiti che potrebbero arrivare da ben 9 km di costa o da un territorio con questa storia e questo verde.
La rinascita della città passa da importanti interventi necessari e da un cambio di rotta che ancora
deve avvenire».

Se verrà dichiarato, sarà la cosa giusta?
«Questo non possiamo dirlo, né possiamo capire cosa accadrà, ma credo che se i numeri di cui si parla e di cui leggiamo sono veri, allora sarà una manovra obbligata.
Direi che si tratta di una procedura che deve essere fatta per forza in base alla legge, ma come dicevo, bisogna prima capire la vera entità del debito comunale.
Il fatto che ancora non si riesca ad avere questo elemento, di per sé, è incredibile: ci domandiamo come hanno amministrato finora, che bilanci hanno approvato. Qui è il vero scandalo politico: una città con decine di migliaia di persone non può essere governata con questo livello di incapacità e sfacciata disinvoltura. Le risorse di cui dispongono i comuni sono sempre meno, quindi vanno gestite in maniera oculata e specchiata».