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Vergogna di John Maxwell Coetzee

L’autore sudafricano J.M. Coetzee, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 2003, ha vinto il Booker Prize nel 1999 proprio per questo romanzo, che, nella versione originale, ha il titolo di “Disgrace”.

Già nell’incipit: “Per un uomo della sua età, 52 anni, divorziato, gli sembra di aver risolto il problema del sesso piuttosto bene”, Coetzee ci fa entrare nella vita del protagonista, David, che ogni giovedì sera incontra Soraya, una prostituta moralista che rappresenta un’oasi nel deserto della sua settimana da professore dell’Università di Città del Capo. David ha pubblicato tre libri che non hanno destato il minimo interesse, è appassionato dell’opera e di Byron, mentre non gli è mai piaciuto insegnare e infatti le sue lezioni vengono ignorate dagli studenti.

I giovedì con Soraya finiscono perché i due si incontrano per caso al di fuori dei loro appuntamenti. David vede i suoi figli e così lei preferisce non averlo più come cliente.

Un pomeriggio, camminando per i giardini del college, David vede Melanie, una delle sue studentesse, ha una cotta per lei, parlano per un po’, poi lui la invita a bere qualcosa a casa sua. Ha inizio una frequentazione compromettente, ma che non si sarebbe trasformata in “disgrazia” se Melanie non lo avesse accusato di aver subito violenze.

Di fronte alla commissione di docenti, David ammette senza alcun rimorso la sua relazione con la studentessa, ma afferma, con forza, come non sia avvenuta alcuna violenza. Lo scandalo fa troppo rumore, David viene sospeso e allora decide di lasciare Città del Capo per andare a trovare la figlia Lucy che lavora in una fattoria dell’entroterra con la sua compagna. Lì David si ritrova in un ambiente rurale fatto di lavoro e sudore e si adegua alla nuova vita fino a quando gli è possibile: non può passare sopra alla violenza subita dalla figlia che decide di non denunciare e di tenere il figlio venuto dal suo stupro.

Tremende le parole di Lucy a riguardo: “Quando ci sono di mezzo gli uomini e il sesso… non mi meraviglio più di niente. Forse per gli uomini odiare le donne rende la cosa più eccitante. Tu sei un uomo dovresti saperlo. Quando hai un rapporto sessuale con una persona che non conosci, quando la intrappoli, la tieni ferma, ti butti su di lei con tutto il tuo peso… Non è un po’ come ucciderla?”.

Padre e figlia si ritrovano, loro malgrado, uniti nella disgrazia e nella vergogna anche se in ruoli opposti: lui come carnefice e lei come vittima. Una dinamica molto comune della quale spesso ci dimentichiamo, dando per scontato che solo chi commette un reato o una violenza debba provare vergogna, mentre la vergogna nasce molto più di frequente in chi viene accusato ingiustamente o in seno alle vittime.

Un romanzo duro e realistico fortemente legato alla realtà sudafricana, ma allo stesso tempo capace di descrivere in maniera efficace tematiche universali.