Usi civici ad Ardea: “Ci vorranno anni”

Parola all’architetto Corrado, ex Assessore all’Urbanistica della Città rutula

L’Assessorato all’Urbanistica nel Comune di Ardea è più una condanna che un vanto. È forse uno di quei ruoli che un tecnico o un politico non vorrebbero mai ricoprire. In ogni ente l’urbanistica è una materia complessa, ma è quando entra in gioco Ardea che le cose si complicano.
D’altronde il territorio, sviluppatosi in questi ultimi 30 anni in modo esponenziale, non segue regole o schemi precisi. La crescita è avvenuta in modo “semispontaneo”, senza quasi nessuna pianificazione. Nessuno ha pensato al futuro e a come sarebbe cambiata la città.

Il vertiginoso aumento della popolazione ha permesso all’edilizia privata di proliferare nelle forme più disparate, lasciando quasi esclusivamente ai costruttori e alla loro sensibilità la “scelta” di rispettare o meno regole e vincoli. 

L’assenza di vincoli (o meglio, di qualcuno che li faccia rispettare) è un fattore quantomeno singolare, considerando che Ardea dispone addirittura di un vincolo anacronistico, che dura ormai da molti anni: parliamo degli usi civici.

Ma di cosa parliamo quando ci riferiamo ad un uso civico? Di fatto, ci si riferisce ad un bene immobile, solitamente un terreno, di cui può godere tutta la comunità e sul quale possono svolgersi attività come la caccia, il pascolo, la raccolta del legname. Ha origini medioevali ma è ancora in vigore nel nostro ordinamento.

L’uso civico in questione è catalogato come pascolo utile e va preservato a livello ambientale. La zona sottoposta a questa norma è quella delle Salzare che si estende per ben 706 ettari e che è ormai nota alla cronaca locale e non solo anche per le situazioni di forte degrado.

Vogliamo concentrarci sulle vicende degli ultimi anni e, per farlo, abbiamo chiesto aiuto all’ex Assessore all’Urbanistica, Rossana Corrado.

L’architetto Corrado è stato nominato dal sindaco Savarese a fine agosto 2017 e ha prestato servizio in comune fino al gennaio 2018, quando il suo incarico è stato revocato. Come tecnico, ha affrontato in prima persona le difficoltà gestionali del caso Salzare e ai nostri microfoni ha potuto spiegare meglio i problemi del Comune.

“L’area delle Salzare ha un vincolo storico che, per quanto antiquato, è tutt’ora vigente nel nostro ordinamento e pertanto va rispettato e ha valenza anche ambientale. Significa che non solo quella zona va preservata ma soprattutto che non è edificabile. Capite bene che c’è già un problema di fondo”. Con queste parole è iniziata la lunga chiacchierata con l’ex-Assessore.

Da subito, poco dopo la nomina, le è stata posta sulla scrivania la questione degli usi civici“problema che però non è risolvibile in pochi mesi, forse neanche in alcuni anni. Il mio assessorato nasce proprio per questo motivo, perché io sono un tecnico e non un politico”. 

Facciamo un passo indietro: nel febbraio 2017 il sindaco Luca Di Fiori firma il passaggio che fa sì che tutta l’area interessata da usi civici passi dall’Agenzia del Demanio all’amministrazione di Ardea. Questo avviene secondo le norme del federalismo demaniale, che permette ad un Ente che ne fa richiesta di divenire proprietario di beni immobili che si trovano sul proprio territorio. L’amministrazione che acquisisce il bene s’impegna a valorizzarlo, solitamente con una variante urbanistica. I 706 ettari però non sono sanati, perché negli anni nessuno ha rispettato il divieto di costruire o di aprire attività commerciali. Nonostante questo, però, sono diventati di proprietà del Comune. 

L’atto di passaggio, secondo l’ex Assessore, andava contestato, perché il Demanio avrebbe dovuto cedere l’area solo se la situazione fosse stata chiara e senza alcun problema di tipo edilizio e abitativo. E poi, a quel punto, l’amministrazione avrebbe dovuto occuparsi della rivalutazione.
Il passaggio è però avvenuto lo stesso, anche se il Comune non si è mosso per bonificare l’area o risolvere i problemi abitativi. Anzi, si è ritrovato con una pesante eredità e la situazione di dissesto finanziario ha impedito qualsiasi mossa. La città di Ardea non è quindi l’unica “responsabile” dell’attuale situazione.

Poi vi sono altre criticità: la prima è la presenza di particelle che nella realtà non esistono più, perché accorpate fra loro. Tutta la zona era divisa in sezioni che ora non sono più riscontrabili perché modificate. “Ho fatto presente sin da subito alla giunta il problema – sostiene la Corrado – e l’ho ribadito anche nella prima commissione trasparenza”. C’è, quindi, una somma di errori che si sono accumulati e dai quali non sarà facile liberarsi: un vero e proprio groviglio da districare. Ci sono poi una serie di responsabilità, difficili da accertare: parliamo dei notai o di chi negli ultimi 50 anni ha messo mano ad atti riguardanti l’area.

Tornando all’atto dell’amministrazione Di Fiori c’è un particolare che risulta molto interessante e ce lo racconta proprio la Corrado: “Il Demanio per effettuare questo trasferimento chiede al Comune cosa intende fare con i 706 ettari. La motivazione espressa in poche semplici righe è quella di liberare l’area dagli occupanti e bonificareSe questo intento fosse stato attuato, ora avremmo per strada molti cittadini senza un tetto sulla testa con un conseguente problema abitativo di notevole importanza. Questo va ribadito solo per far capire come è stato affrontato il problema”.

Cosa avrebbe fatto lei se fosse ancora al Comune, dopo un anno?
“Io ho contattato gli interessati coinvolti nella questione, dal Demanio agli avvocati, e ho partecipato ai tavoli tecnici. Ho messo al corrente giunta e sindaco del mio operato. Ho inoltre avuto contatti con un funzionario dell’Agenzia delle Entrate. Forse continuando con il mio operato e seguendo dei criteri precisi saremmo un po’ più vicini alla risoluzione, anche se il problema richiede anni e anni di lavoro.”

Parte della soluzione, secondo l’Assessore, sarebbe stata quella di emanare un avviso pubblico e invitare gli abitanti all’autodenuncia, permettendo ai cittadini residenti di indicare al Comune la propria posizione, facilitando la reale conoscenza della situazione da parte dell’amministrazione.

La giunta aveva necessità di risolvere qualcosa subito?
“Sicuramente, soprattutto a livello finanziario. Però non si accettavano soluzioni complicate perché si puntava ad essere veloci per dare l’idea che si stesse facendo qualcosa di grande. Le Salzare però richiedono tempo e sforzi ben maggiori”.

Il dissesto finanziario non ha certo favorito un intervento risolutivo. Arrivati ad un punto di stallo sulla questione Salzare, sul sito del Comune l’11 gennaio del 2018 è poi apparso questo messaggio: “Il sindaco di Ardea Mario Savarese ha ripreso, ad interim, la delega all’Urbanistica. Lo ha fatto dopo aver revocato l’incarico di assessore a Rossana Corrado”.

L’assessore veniva licenziata dal suo ruolo e dopo 11 mesi il Sindaco Mario Savarese ha nominato l’architetto Pamela Pezzotti come sostituto.