Unforgivable teatro

Unforgivable, il teatro “made in Ardea” che fa sold-out

Chi crede che ad Ardea non possa nascere nulla di buono, dovrebbe provare a ritagliarsi una sera libera per andare a teatro, nella vicina Aprilia (Teatro Spazio47), il prossimo 6 marzo. La programmazione prevede la replica di “Unforgivable”, spettacolo nato nella Città dei Rutuli dall’estro di un giovane regista (Luca Celico) e dalla dedizione e dalla bravura di un altrettanto giovane gruppo di attrici e attori (Alessio Nardelli, Sara De Valeri, Camilla Fogante, Paolo Battini, Serena Centore, Martina Risi, Paola Celico, Riccardo Marzi, Fabio Centore, Erica Ingianni, Francesca Menichetti e Daniele Ranaldi).

La “prima” ad Aprilia ha fatto già registrare il “tutto esaurito” lo scorso 7 febbraio. 

Il progetto teatrale, frutto di un lungo lavoro portato avanti con il supporto e negli spazi messi a disposizione dall’Associazione Equilibrio di Nuova Florida, è il primo interamente ideato dai ragazzi, che lavorano insieme ormai di diversi anni nonostante la giovanissima età. Giovani sono anche tutti i tecnici che hanno sapientemente messo a disposizione le proprie competenze per la realizzazione dello spettacolo (dalla truccatrice Michela Di Bartolomeo all’acconciatrice Guadalupe L. Germani, dalla sarta Daniela Prosperini alla scenografa Daniela Di Francesco, dalla coreografa Shana Eltiri al fotografo di scena Stefano Graziani, fino al responsabile delle riprese e del montaggio Riccardo De Valeri). Per l’interpretazione dei diversi personaggi, regista e cast si sono avvalsi anche della collaborazione di un consulente psichiatrico.

La trama, infatti, è ambientata in Inghilterra, in un singolare riformatorio in cui vivono ragazzi condannati per omicidio e caratterizzati da varie forme di disagio psichico. I responsabili della struttura attuano un clima pesantemente repressivo, nella convinzione che l’illusione di vivere in un carcere possa indurre i giovani assassini a risolvere i propri problemi e a trovare una qualche forma di riabilitazione. Non sarà così. L’intreccio della vicenda rivelerà che la follia più pericolosa è forse proprio quella di un sistema educativo repressivo e inumano. 

Lo spettacolo, destinato ad un pubblico di adolescenti e adulti, non è privo di suggestioni e “licenze poetiche” (colpiscono di certo lo spettatore i versi del Qoelet che sembrano quasi intervallare le diverse sequenze narrative), ma allo stesso tempo, la vivacità e le doti interpretative degli attori e delle attrici permettono alla trama di catturare l’attenzione del pubblico.

Tema “sociale”, bravura ed estro dei giovani protagonisti, spirito di squadra e lavoro di approfondimento rendono, insomma, lo spettacolo un buon indicatore delle potenzialità di un territorio e di un’arte – il teatro – che può dare molto, soprattutto se Ardea diventa non solo luogo di fruizione di cultura (non lo è ancora) ma addirittura terreno di produzione artistica. 

Le foto di questa gallery sono di Riccardo De Valeri