Lo “stato dell’arte” dell’informazione locale ad Ardea e Pomezia

Qual è lo “stato” dell’informazione locale nel territorio di Ardea e Pomezia?

L’inizio dell’avventura de il Turno non poteva che iniziare da questa domanda. Domanda difficile, come quasi tutti i quesiti interessanti. E ricca di insidie.

Innanzitutto perché le informazioni in nostro possesso – sembra quasi un colmo – sono assai scarse. È vero, le testate cartacee locali (e quelle digitali) sono conosciute. E i social ci danno un’idea piuttosto puntuale di quali informazioni riscuotano più “successo” e quali meno e dunque di come si strutturino gli interessi dei nostri concittadini.

L’esperienza e i consigli dei giornalisti più esperti, però, ci suggeriscono sempre di stare molto attenti a quello che possiamo percepire ad un primo sguardo: le conclusioni affrettate spesso sono un autoinganno duro a morire. In fondo, il Turno nasce anche per questo: lontano dalla necessità di “fare notizia” o dalle logiche dell’informazione “live”, vuole esser proprio uno strumento per indagare, raccogliere elementi, discutere e riflettere insieme.

Il Registro della stampa. Per questo, per tentare una prima risposta alla nostra domanda, non possiamo non partire da dati oggettivi. E i dati oggettivi, nel campo dell’informazione locale, hanno solo una fonte possibile: il Tribunale.

Sembra quasi incredibile da raccontare, ma la normativa in fatto di informazione poggia le sue basi su una legge del 1948 (per la precisione, la legge 47/1948). Fu approvata l’8 febbraio, appena 39 giorni dopo l’entrata in vigore della Costituzione italiana. L’oggetto recita “Disposizioni sulla stampa”. L’articolo 5 prescrive che nessun giornale o periodico può essere pubblicato se non sia stato registrato presso la cancelleria del tribunale, nella cui circoscrizione la pubblicazione deve effettuarsi.

Dunque il nostro viaggio inizia – in una soleggiata mattina di aprile – nel Tribunale di Velletri (che è il foro competente per i Comuni di Ardea e Pomezia) nella stanza 4 al primo piano dell’edificio distaccato in via Fratelli Laracca. La piccola stanza è adibita perlopiù all’asseverazione di perizie e traduzioni. I registri dei periodici sono cinque libroni, custoditi con cura dal sig. Pascucci, che con estrema disponibilità ci concede di consultarli.

I dati. Sui registri figurano tutte le testate registrate a partire dagli anni ‘70, con sede legale nei comuni di competenza del Tribunale. La prima testata giornalistica di Ardea e Pomezia che compare nei registri è una radio (Radio Centro Else RCE), registrata nel 1986. In totale, fino a marzo 2016, le testate registrate sono state 52. Tra di esse, 13 hanno sede ad Ardea e 39 a Pomezia.

Pochissimi i periodici registrati prima del 2000 (appena 2), mentre ben 39 sono nate a cavallo tra il 2000 e il 2009. Un dato che probabilmente testimonia la crescita – anche demografica – delle due città, soprattutto se raffrontato non soltanto con i decenni precedenti, ma anche con l’andamento delle altre città di competenza territoriale del Tribunale di Velletri (un esempio: negli anni precedenti al 2000 spicca il gran numero di testate nate a Pavona o, prima ancora, nella zona costiera tra Anzio e Nettuno).

Per quanto riguarda le proprietà dei vari periodici, spicca il ruolo di Amici TV (e delle società facenti parte del gruppo) nel settore delle TV e delle radio locali, nel quale è quasi un monopolista. Molte, invece, le associazioni “editrici”, mentre compaiono – tra gli editori – anche alcune aziende locali, che nel corso degli anni hanno dato vita a pubblicazioni periodiche tipicamente “aziendali”.

Infine, sono ancora poche le testate digitali “netonly” (che cioé fanno informazione locale solo sul web), anche rispetto alle emittenti TV e radio.

Quel che i registri non dicono. Fin qui le informazioni che abbiamo potuto trovare nel registro della stampa e dei periodici di Velletri. Non mancano però i “buchi” informativi, le informazioni mancanti o parziali.

Innanzitutto, anche per via delle norme non sempre chiarissime contenute nelle Disposizioni sulla stampa, molte delle testate registrate oggi non esistono più, ma per pochissime di esse il registro attesta la “cessata attività”. Il risultato è un elenco “storico” di 52 testate giornalistiche, da cui è difficile estrapolare un quadro attuale.

La seconda lacuna è la mancanza di alcune testate locali di primo piano (dal Pontino al Caffé), registrate in altri tribunali, poiché aventi sede legale in città su cui il Tribunale di Velletri non ha competenza. Ma anche la naturale assenza delle cronache locali di giornali con tiratura regionale o nazionale (come Il Messaggero e Il Tempo).

La terza e ultima criticità è la mancanza di un dato relativo alla tiratura e alla diffusione delle testate iscritte nel registro. Aspetto che non ci aiuta a comprendere il “peso” dei vari periodici o delle emittenti. E di conseguenza anche a valutare quale tipo di informazione prediligono gli abitanti del nostro territorio, quali gli argomenti più gettonati e dibattuti, quali – infine – i rapporti di forza e le logiche che inevitabilmente caratterizzano i rapporti tra informazione, società e potere economico e politico. Anche ad Ardea e Pomezia, come nel resto del Paese.