partiti politici ardea

Se il partito ad Ardea va di moda, proprio quando non esiste più

Notturno come il lavoro di Penelope, che al calar del sole disfaceva la tela tessuta di giorno. In questa notte tentiamo anche noi di disfare retorica e luoghi comuni, comodi argomenti in mano all’imbecillità che regna sovrana. Sperando che Ulisse ritorni presto.

I più attenti osservatori della politica “ardiese” sapevano che, prima o poi, i partiti sarebbero tornati. La scomparsa dei simboli, inscenata dalla politica rutula alle elezioni amministrative dello scorso anno, in effetti non poteva essere una scelta definitiva.

Non è stata perciò una sorpresa (almeno per noi) l’adesione di alcuni consiglieri di opposizione – eletti all’interno di liste civiche – a partiti di centrodestra. L’ultima, in ordine cronologico, è stata Raffaella Neocliti, neo capogruppo di Forza Italia. Né è illegittima la scelta di Monica Fasoli, già candidata Sindaco con la lista civica Liberiamo Ardea, di aderire alla Lega di Salvini, dopo aver transitato in Fratelli d’Italia come candidata alle ultime elezioni regionali.

Parliamoci chiaramente: qui da noi il problema non sono mai stati i partiti. È proprio l’esatto contrario: ad Ardea i partiti non sono mai esistiti veramente. E non esistono neanche ora.

Sapete dirmi, ad esempio – al di là dei tre o quattro nomi noti – chi milita nella Lega (che è, tra l’altro, il “partito del momento”)? Quanti iscritti abbia ad Ardea e dove questi iscritti si ritrovano periodicamente per fare politica?

Se non sapete rispondere è perché non c’è una risposta. E lo stesso discorso vale per Forza Italia, Fratelli d’Italia, Partito Democratico… sono involucri vuoti. Lo sono – spesso – a livello nazionale: sigle e simboli a disposizione del capo e del gruppo dirigente. Lo sono anche (se non di più) nella più sperduta periferia, qual è Ardea oggi. 

Per questo, le adesioni di questo o quel consigliere, questo o quel politico locale, non fanno notizia, né hanno alcuna implicazione negativa. Semplicemente, sono ininfluenti. Possono farti vincere un’elezione, se il partito scelto è capace di “portare in dote” un po’ di voti, per la forza che ha il suo simbolo. Com’è accaduto – appunto – nel corso dell’ultima tornata elettorale, ad Ardea. Ma difficilmente possono esser d’aiuto quando poi, vinte le elezioni, devi saperti destreggiare nel governo di una realtà complessa e difficile.

“Non esistono risposte semplici a problemi complessi” affermano spesso gli esperti di organizzazioni. Situazioni complesse chiedono risposte articolate. Collettive, appunto. Anche per questo, i partiti sono quanto mai necessari oggi, proprio nell’epoca in cui sono scomparsi dalla scena politica. Intendiamoci: Non sto parlando delle sigle a cui ci ha abituato ormai la politica nazionale. Ma di gruppi di persone che accettano la fatica di stare insieme e insieme provare ad osservare, ascoltare, dare un senso alla realtà, sognare, progettare e poi agire, per condizionare il futuro di un luogo.

L’unica notizia, dunque, ad Ardea sarebbe questa: la nascita di soggetti collettivi. Gli unici capaci di far rinascere questa Città. Sempre che voglia farlo.