Pomezia Servizi

Pomezia: appalti, TARI e costi di comunicazione nell’ultima settimana

Settimana d’addio a Pomezia, parte 11.

Settimana densa di avvenimenti quella appena conclusa a Pomezia. La città pontina è stata al centro di polemiche e discussioni, ma anche di belle notizie che hanno catturato l’attenzione dei suoi cittadini.

Ad inizio settimana è scoppiato il caso relativo ai nuovi appalti per la manutenzione delle strade e la gestione del verde pubblico. A destare preoccupazione sono soprattutto alcuni passaggi del bando, che non obbligherebbe l’eventuale nuova società vincitrice a mantenere il personale attualmente in organico presso la Pomezia Servizi. Ovviamente è stata grande la preoccupazione da parte degli addetti ai lavori e forte la polemica delle opposizioni. Il sindaco Adriano Zuccalà ha provato a rassicurare tutti, dichiarando che “l’indirizzo dell’amministrazione è quello di salvaguardare i posti di lavoro come previsto dalla normativa”, stigmatizzando le accuse, affermando che “chiunque dica il contrario sta facendo terrorismo psicologico nei confronti dei lavoratori stessi”.

Buono notizie intanto sul fronte Santa Palomba: è stato approvato l’accordo tra il comune e RFI che prevede la ricostruzione del cavalcavia al km 24+397 della linea ferroviaria Roma-Formia, attualmente in stato pericolante e chiuso dal 2012. L’assessore Castagnacci si è detto molto soddisfatto dell’accordo e prevede la fine dei lavori per luglio 2019.

Anche dal fronte dei tributi arrivano notizie positive per i pometini: nel corso della commissione servizi finanziari e tributi, l’amministrazione comunale ha fatto sapere che ci sarà una riduzione del 5% della TARI per i cittadini nel prossimo anno, frutto del lavoro svolto in questi anni con la raccolta differenziata, fiore all’occhiello della giunta Cinque Stelle.

Una vera e propria bufera, invece, si è scatenata quando, sul finire della settimana, è stato reso ufficiale il nuovo incarico dato ad Agostino Falco, esperto Facebook e specialista in comunicazione. A far scatenare la polemica è stato il costo dell’ingaggio: il tecnico dei “social” costerà, infatti, alle casse comunali circa 30.000 euro l’anno, cifra che – secondo le opposizioni – il Comune avrebbe potuto spendere per altre emergenze.