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Fuori non c’è nessuno di Claudia Bruno

Lo sbocciare della primavera ci ha suggerito di rivolgere i nostri sguardi verso il germogliare di nuove voci del panorama letterario italiano.

Per questa prima recensione di un’esordiente non abbiamo dovuto neanche impegnarci nella scelta, è bastato affidarci all’iniziativa di I Love Club del Libro che lo scorso 29 Marzo ha organizzato la presentazione del romanzo “Fuori non c’è nessuno” di Claudia Bruno.

L’autrice nata nel 1984 a Foggia si è trasferita da bambina a Pomezia e ora vive tra Roma e Londra, è una giornalista ambientale e web editor. Suoi racconti sono stati pubblicati su riviste letterarie. Alcuni hanno ottenuto riconoscimenti: L’amica montabile (eccellenza del giorno sul Premio Treccani Web), 41P (tra i vincitori del concorso Italians del Corriere della Sera), Anna sottosopra (finalista Note al Margine, premio letterario per le periferie romane di Lab Novecento).

Il romanzo d’esordio di Claudia Bruno è davvero molto interessante sia per quanto riguarda le tematiche trattate che per lo stile della scrittura con una linguaggio asciutto e moderno e una sapiente alternanza dei diversi piani temporali. Una nuova voce per una storia nella quale ognuno troverà qualche spunto di riflessione o una parziale identificazione, raccontata con un timbro molto personale che ha trovato una sua originalità.

L’incipit descrive l’ambientazione del romanzo: Piana Tirrenica, fatta di fabbriche, capannoni industriali e palazzi di cemento, una provincia anonima che non è campagna né metropoli, che è vicina ma non è nemmeno sul mare. Piana Tirrenica non è solo lo sfondo sul quale si stagliano le vite dei personaggi, ma è un vero protagonista e come tale vive in osmosi con essi, sembra influenzare le loro vite in modo imprescindibile. Piana Tirrenica è un luogo immaginario dai connotati realistici, ha caratteristiche che la accomunano a tante cittadine, ma è senza ombra di dubbio stata ispirata da Pomezia.

La protagonista, Greta, è nata al sud ma da bambina si traferisce a Piana Tirrenica dove stringe una forte amicizia con Michela. Da grande, come tutti, fugge dalla sua cittadina anonima, ma un evento la farà tornare e la costringerà a fare i conti con la propria esistenza.

Greta riavvolgerà il nastro dei suoi ricordi fin dove le è possibile, ripercorrendo la sua infanzia dai nove ai due anni, prima del trasferimento a Piana Tirrenica. Toglierà la polvere da oggetti, mobili e giocattoli degli anni ’80 ’90, ci farà riascoltare le canzoni dance e degli 883, ci farà sentire le atmosfere magiche e nostalgiche del sud, perché in fondo tutti hanno le proprie radici un po’ più a sud del posto nel quale vivono.

La profonda amicizia, quasi morbosa, tra Greta e Michela viene mostrata nella sua evoluzione attraverso gli allenamenti di ginnastica ritmica, i cambiamenti dei loro corpi, le prime esperienze con i ragazzi. Crescendo si intuiscono le loro frizioni inespresse, le gelosie, una rivalità sommersa in nome di un legame troppo forte e troppo lungo per essere messo in discussione.

Molto interessanti sono i personaggi “minori” che arricchiscono il romanzo: divertente e azzeccato il sexy fruttivendolo egiziano Hassan, è invece struggente Katarzyna una donna delle pulizie polacca.

“Fuori non c’è nessuno” esplora la solitudine e la periferia nell’era moderna, ci lascia con la consapevolezza che riconoscere la bellezza è essenzialmente una questione interiore, come pure sentirsi a casa, nel proprio guscio, non è uno spazio fisico, non è un palazzo di ferro e cemento e neppure una casa di carta, ma una pace dei luoghi interiori.