Ieri mattina ad Anzio si è tenuta una partecipata manifestazione organizzata da cittadini e associazioni, per far sentire la voce della società civile contro la presenza di infiltrazioni criminali. La manifestazione era organizzata da Rete No Bavaglio di Anzio e ha visto l’adesione di numerose associazioni e giornalisti, movimenti e partiti politici.
Anzio e Nettuno sono infatti da alcune settimane sotto i riflettori per l’indagine denominata Tritone, avviata lo scorso 17 febbraio su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia proprio nei due comuni del litorale laziale.
Al centro delle indagini, vi sono le ramificazioni di una associazione a delinquere di stampo mafioso legata alla ‘Ndrangheta calabrese, che con il tempo avrebbe assunto il controllo del territorio, attraverso i traffici internazionali di droga e i rapporti con la pubblica amministrazione, volte a favorire l’aggiudicazione di appalti da parte di aziende legate al clan.
L’operazione Tritone ha portato da subito all’arresto di 65 persone e all’iscrizione nel registro degli indagati di 78 cittadini, la maggior parte italiani. Tra di essi, al momento, non figurano nomi di politici, anche se dalle prime intercettazioni pubblicate sui giornali, emergono riferimenti ad amministratori attuali o recenti delle due città.
Le indagini hanno scosso tanto l’amministrazione di Anzio che quella di Nettuno. Proprio a Nettuno, le operazioni della DDA hanno già provocato le dimissioni dell’assessora alle politiche sociali Maddalena Noce, il cui nome era emerso sulle pagine dei giornali, anche se al momento non risulta tra gli indagati.
Qualche giorno fa, il Prefetto di Roma Matteo Piantedosi ha nominato le commissioni di indagine che nei prossimi tre mesi dovranno verificare l’esistenza di effettivi legami tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata. Solo al termine del lavoro dei commissari, sapremo se sarà necessario commissariare i due comuni o meno.
Intanto dalle carte della magistratura sembrerebbero emergere anche legami inquietanti tra i clan ‘ndranghetisti e alcuni politici di Ardea. Un virgolettato attribuito ad un collaboratore di giustizia – Marcello Fondacaro – e riportato in un articolo di Repubblica assicura che:
“…nel Comune di Ardea ci sono infiltrazioni ‘ndranghetiste tramite la presenza di Tedesco Nicola (consigliere comunale del Comune di Ardea dal 11.6.2007 al 6.5.2012) ed Eufemi Carlo (già sindaco del Comune di Ardea ed attuale consigliere comunale di Nettuno): entrambi sono soggetti ritenuti espressione della cosca Gallace”.
la Repubblica, Cronaca di Roma pag. 3 – 20 febbraio 2022
I due ex amministratori non risultano comunque indagati allo stato attuale.