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Le Intermittenze della Morte di Josè Saramago

L’autore portoghese, premio Nobel per la letteratura nel 1998, scomparso nel 2010, tra le sue numerose opere, ci ha lasciato anche questo romanzo dal titolo accattivante: Le intermittenze della morte.

In un paese al quale non viene dato un nome, improvvisamente, a partire dalla notte del 31 dicembre non si muore più. Un evento incredibile, che inizialmente genera reazioni positive tra la popolazione, ma che, dopo l’iniziale euforia, si rivela destabilizzante per tutta la società. In particolare Saramago analizza con la sua proverbiale vena ironica, la sua ricchezza di linguaggio e il suo ritmo incalzante, la posizione di diverse categorie particolarmente sensibili alla scomparsa della morte: la Chiesa, le onoranze funebri, gli assicuratori, la mafia.

Ne viene fuori un quadro surreale ma assolutamente credibile dove ognuno trova la propria soluzione per – scusate il gioco di parole – sopravvivere all’assenza della morte che è limitata dai confini nazionali del paese: appena varcato il confine si muore come sempre. La tregua della morte durerà sette mesi, poi lo scheletro con la tunica nera e la sua immancabile falce arrugginita, tornerà a mietere vite. Un imprevisto ci svelerà infine la ragione di quella intermittenza.

Un romanzo divertente e leggero che può dare spunto anche a riflessioni profonde. Per chi non si fosse mai avvicinato a Saramago un’avvertenza: fa un uso del tutto personale della punteggiatura, prendete fiato sulle virgole come fossero punti.