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La “questione Pettirosso” nelle ultime settimane pometine

Anche a Pomezia la settimana appena trascora non è stata ricca di avvenimenti. A tenere banco è ancora la questione legata all’abbattimento dell’ecomostro di via Alcide de Gasperi, l’ex Pettirosso. Alla fine della scorsa settimana, infatti, il sindaco Adriano Zuccalà in una diretta facebook aveva annunciato l’inizio dei lavori per l’abbattimento della struttura rimasta incompiuta, ormai simbolo del quartiere “ex 167” di Pomezia. 

L’abbattimento dell’ecomostro era già stato deciso dalla vecchia giunta, ma a cambiare, ora, sarà la destinazione dell’area che sorgerà. In un primo momento, infatti, sembrava che la zona fosse destinata all’intera cittadinza, ampliando le area verdi che sorgono adicenti allo scheletro del palazzo. 

L’attuale primo cittadino pontino, però, durante il suo intervento sui canali social ufficiali, ha ricordato che l’area, una volta bonificata, sarà utilizzata per la nascita di due nuove palazzine con circa 50 appartamenti. La soluzione inevitabilmente ha provocato polemiche bipartisan da parte delle opposizioni. 

Fabio Fucci ha rivendicato il risultato ottenuto dal Comune in virtù del lavoro fatto negli anni scorsi, il centrosinistra con Schiumarini è sembrato critico con l’attuale amministrazione e Casapound nella notte tra domenica e lunedì scorso ha affisso uno striscione di protesta proprio davanti all’ingresso del cantiere. 

Ma ripercorriamo la storia dell’ecomostro: la vicenda inizia nel febbraio scorso, quando la Regione Lazio dà il suo ok alla demolizione, la quale prevedeva già allora una ricostruzione di edilizia residenziale con annessa rivalorizzazione dell’area. 

Il progetto in questione è stato reso possibile grazie alla cessione dell’area alla Affidavit che detiene i crediti della società Pettirosso 81, dichiarata fallita nel 2002, liberando il Comune da ogni debito e ipoteche. 

A costo zero, Pomezia ha potuto dunque riacquisire l’intera zona. Le polemiche a nostro avviso sono inevitabili come sempre, ma la demolizione di uno scheletro come quello dell’ex Pettirosso non può che essere un passaggio importante per la città, libera adesso di una struttura che oggettivamente rovinava un intero quartiere, diventato negli ultimi anni sempre più importante per l’intera popolazione. 

La speranza ora è che le azioni politiche attese per rivalutare l’area vadano oltre l’abbattimento dell’ecomostro e non si risolvano nelle sole palazzine residenziali, che tanto si contestano a questa amministrazione.