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La democrazia è ancora lontana

Esami esami esami. Sessione invernale in arrivo e manuali ovunque sulla scrivania.
In cima alla pila dei libri c’è Scienza Politica, che non è proprio il massimo per iniziare.
La Scienza Politica studia con il metodo delle scienze empiriche la politica…che??
Praticamente è la materia che parla di come si muove la politica attraverso le sue istituzioni (governo, parlamento, ecc.) e modalità (partiti, elezioni, sistemi elettorali).
Il manuale, aggiornato al 2016, cita più volte Freedom House, un’Organizzazione Non Governativa Internazionale che fa attività di ricerca e informazione su libertà politiche e diritti umani.
Il dato che mi colpisce riguarda principalmente la democrazia. Nel periodo storico in cui ci troviamo, dopo aver superato regimi monarchici, autoritari e i vari totalitarismi del XX secolo, la democrazia è ormai ovunque (errato) e nel mondo c’è una gran libertà (errato).
Credevo fosse così anch’io, ma incredibilmente non lo è.

Nonostante i trascorsi storici e sociali, nel mondo non c’è ancora quel livello di democrazia che ci si aspetta.
Sicuramente i paesi liberi sono aumentati ma ce ne sono moltissimi dove la situazione è invariata e al comando ci sono dittatori e militari. Despoti che portano avanti la loro ideologia, tengono le redini dei loro stati e molto spesso violano i diritti naturali dei propri cittadini.
Dicendo paesi democratici non parliamo solo di livello politico, ma ci si riferisce anche a varie libertà, d’espressione, di culto e così via.
La Costituzione sancisce che la nostra Repubblica è democratica (art. Cost. 1) e che le religioni sono libere (art. Cost. 8). Che domicilio, libertà personale e corrispondenza sono inviolabili (art. Cost. 14-15-16), che i cittadini possono riunirsi e associarsi (art. Cost. 17-18) e l’articolo 21 afferma: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Per noi qui in Italia sono diritti normali, non servirebbe neanche averli scritti per quanto sono scontati.
Pensiamo che nel resto del mondo sia più o meno uguale, ma sbagliamo di grosso, perché molti stati africani, del Medio Oriente e asiatici hanno regimi dittatoriali o che privano l’autonomia, con grandi ripercussioni per i loro abitanti– Cina, Russia e Marocco per citarne alcuni – .
Ogni anno Freedom House pubblica un rapporto sulle libertà nel mondo e inoltre analizza anche il libero utilizzo di internet.
Dalle ricerche abbiamo questi dati: due terzi degli utenti di internet nel mondo vivono in Paesi in cui esistono forme di censura online e non solo. I peggiori sono Cina, Siria e Iran. La Corea del Nord non è menzionata perché impossibile da monitorare. L’Italia è libera.

La censura avviene per limitare il propagarsi di informazioni che arrivano dal mondo occidentale e per impedire manifestazioni di protesta. Tuttavia non si limita ad oscurare social network e siti. Alcune persone vengono arrestate in base ai contenuti pubblicati.
La libertà online è peggiorata poi in Uganda, Bangladesh, Cambogia, Ecuador e Libia.
Facebook non è presente in Cina, WhatsApp ha subito restrizioni in 12 Paesi e 24 sono quelli che hanno bloccato o limitato l’accesso ai social media o a strumenti di comunicazione.
Freedom House stila anche una classifica degli stati del mondo in relazione alla libertà di stampa.
Solo il 13% della popolazione mondiale gode di una libera stampa, dove le notizie politiche sono autorevoli, i giornalisti sono al sicuro, l’intrusione dello Stato nei media è minima.
Per il 41% della popolazione la stampa è parzialmente libera e il 46% vive in paesi dove non lo è.

Il nostro Paese, per quanto riguarda l’informazione, ci mostra una situazione poco chiara.
Sopra abbiamo detto che siamo considerati paese libero per la politica e i diritti, non possiamo dire lo stesso per la stampa.
La dicitura assegnata è infatti: Italia “parzialmente libera”, mentre per quanto riguarda internet siamo totalmente liberi.
Nella classifica redatta ogni anno non siamo nelle prime 70 posizioni a livello mondiale.
Reporter senza Frontiere, nel febbraio 2016, ci ha posizionato al 73° posto.
Il settimanale The Economist stila una classifica con il Democracy Index (indicatore di Democrazia).
Si tratta di esaminare la democrazia in 167 paesi e poi confrontare i vari processi elettorali, le libertà civili o la partecipazione politica.
Le nazioni sono divise in quattro categorie: “Democrazie complete”, “Democrazie imperfette”, “Regimi Ibridi” e “Regimi autoritari”.
Secondo questo calcolo, il 66% dell’Europa, con 400milioni di cittadini, possiede libertà d’informazione.
Nel dato 2014 vediamo che solo 24 stati possiedono una democrazia completa, sicuramente un dato che fa riflettere.