Il caso GTA Pomezia: social e censura

Il confine tra buono e cattivo gusto è spesso troppo sottile; dove finisce la satira e inizia l’offesa? Fino a dove ci si può spingere sui social, sul web o sui giornali. Fino a dove è lecito arrivare? Si tratta di domande senza risposta. Noi stessi non vorremmo mai trovarci nella posizione di dover “giudicare” qualcuno per ciò che scrive o dice, perché se è vero che le parole hanno un peso e possono essere pericolose è vero anche che di parole stiamo parlando.

Dovremmo tutti saperci prendere meno sul serio, soprattutto sui social, che stanno progressivamente diventando contenitore di verità assolute, di sentenze affrettate e giudizi sommari, con poco, pochissimo controllo.

Il caso in questione vede protagonista la pagina di satira politica GTA Pomezia, censurata dal sindaco Pometino Adriano Zuccalà per un post – a quanto pare – non gradito all’attuale primo cittadino. Ora, chiunque a Pomezia usi Facebook o Instagram conosce GTA Pomezia e il suo admin Marco, alias Umberto Rello. Chiunque si sarà imbattuto nei loro post e avrà una propria opinione.

Spesso i contenuti della pagina sono per molti, sopra le righe, irriverenti, volgari, comici: usate il termine che volete. Magari molte volte vi avranno regalato un sorriso o vi avranno dato fastidio. Poco importa, ognuno ha la sua personale e legittima opinione e, oltre a quella, il potere togliere quel “mi piace” e smettere di seguire qualunque pagina o personaggio lontano dalle nostre opinioni.  

Perché, sempre all’interno di quei famosi limiti, possiamo decidere ogni cosa, senza scomodare morale ed etica, senza censure, senza fraintendimenti o denunce. Perché il web, ci piaccia o no, è questo. 

Un sindaco dovrebbe risentirsi delle critiche dei cittadini, non certo di quelle di una pagina di satira, che male che vada può perdere qualche like.