I margini del margine, conferenza dell’Associazione 21 Luglio

Come ogni anno nel giorno della Giornata internazionale di Rom e Sinti, in memoria del primo congresso del popolo Rom del 1971, l’Associazione 21 Luglio ha organizzato una conferenza per fare il punto della situazione rispetto alla questione di Rom, Sinti e Caminanti nel nostro Paese.

I tre relatori principali, il presidente Carlo Stasolla, il segretario generale Aurora Sordini e l’avvocato Marco Zanne, hanno descritto la situazione non solo fotografandola attraverso dati numerici, geografici, ma anche attraverso la narrazione dei più gravi episodi di razzismo e di lesione dei diritti umani perpetrati nei confronti della comunità Rom nel corso del 2018. Tra questi ultimi si è sottolineata in particolar modo l’aggressione avvenuta a Roma il 17 luglio 2018 ai danni di una giovane madre e della figlia di appena tredici mesi, che sono state colpite dai colpi di un fucile ad aria compressa.

Dall’analisi delle varie realtà presenti sul territorio italiano è poi emerso che la maggior parte dei campi Rom – distinti tra insediamenti formali e informali – si trova nelle aree delle grandi città, e che Roma rappresenta l’apice di questo fenomeno.

I dati del 2018, infatti, indicano che nella Capitale, malgrado il numero delle persone presenti negli insediamenti informali sia in diminuzione (solo tra il 2016 e il 2017 si era passati dalle 2.000 alle 1.200 unità), le violazioni dei diritti umani, derivate da azioni irrispettose delle garanzie procedurali previste dagli standard internazionali, sono in aumento.

Da almeno un decennio le diverse amministrazioni del Comune di Roma adottano un approccio quanto meno discutibile, limitandosi ad allontanare gli insediamenti in zone sempre più periferiche della città senza affrontare, con soluzioni credibili, l’unica strada possibile: il superamento dei campi.

Una politica concreta tesa a dare delle opportunità abitative a una minoranza disprezzata da molti, in una città come Roma dove tanti cittadini ne avrebbero diritto, è un impegno troppo oneroso e poco popolare per qualsiasi partito. Anche se i finanziamenti europei e le possibili sanzioni in caso di violazioni dei diritti umani dovrebbero incentivare le amministrazioni ad attuare politiche inclusive in grado di integrare pienamente i Rom e di renderli finalmente dei cittadini a pieno titolo.

Per quanto riguarda il campo di Castel Romano, il 15 novembre 2017 il Comune di Roma ha presentato all’Ente Regionale Roma Natura un progetto di superamento dell’insediamento formale da realizzarsi in quattro anni (novembre 2017-dicembre 2021). Successivamente il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha decretato nuovamente il definitivo e completo superamento del villaggio di Castel Romano ad opera di Roma Capitale. Ma il relatore Zanne ha sottolineato come le procedure previste per il superamento del campo siano in forte ritardo: non si è ancora conclusa la profilazione, che rappresenta solo la prima fase dell’operazione.

Nella seconda parte della conferenza sono invece intervenuti tre assessori, in rappresentanza di tre comuni, che sono riusciti, con modalità e tempi differenti, a realizzare il superamento dei campi nel proprio territorio.

Il caso di Moncalieri, raccontato dall’assessore alle politiche sociali Silvia De Crescenzo, è un’esperienza talmente positiva da sembrare quasi irripetibile in altri contesti, ma davvero molto apprezzabile. Il loro processo di superamento dei campi ha visto una prima fase di accorpamento degli stessi e una seconda di assegnazione delle abitazioni. Gli elementi interessanti di questa esperienza sono stati la partecipazione di un ente privato, che ha concesso in comodato d’uso un terreno per la sistemazione temporanea, e la frequente consultazione con i cittadini, oltre a un’integrazione sociale ed economica ottenuta grazie alla regolare frequenza scolastica dei bambini e ai corsi di formazione per gli adulti.

L’assessore alle politiche sociali di Sesto Fiorentino Camilla Sanquerin, ha descritto il lavoro svolto su un campo situato nei pressi dell’università, nel quale l’attenzione si è focalizzata sul garantire l’obbligo scolastico evitando di concentrare tutti gli studenti rom in una sola scuola, ma facendo loro frequentare diverse scuole del territorio per evitare una possibile ghettizzazione.

Infine, in rappresentanza della città di Palermo, Laura Nocilla, responsabile unità “Casa dei Diritti”, è intervenuta riportando che a Palermo, nel parco urbano della Favorita, c’erano due campi ben distinti in cui soggiornavano individui di due diverse popolazioni, kosovari e serbi, con esigenze diverse e diversi rappresentanti. Qui, ironia della sorte, è stata proprio la sentenza di sgombero da parte del tribunale ad accelerare il processo di superamento. Degno di nota che due famiglie siano andate ad alloggiare in un immobile confiscato alla mafia.

Nelle conclusioni l’onorevole Spatafora ha evidenziato il suo disappunto per la relazione iniziale dei tre rappresentanti dell’Associazione 21 Luglio che, secondo il suo giudizio, avrebbero puntato il dito contro l’attuale amministrazione del Comune di Roma e le forze politiche del Governo a causa del loro operato e del loro atteggiamento nei confronti delle minoranze Rom, Sinti e Caminanti. Anche in un’occasione del genere, nonostante fosse del tutto fuori luogo, è emersa la schizofrenia politica dei rappresentanti del nostro Governo, tenuti insieme da un contratto scritto su un flebile foglio di carta.

Rapporto Annuale: I Margini del Margine – 2018 – Associazione 21 luglio