“Fermiamo il DDL Pillon”

Un’analisi del fenomeno politico in consiglio comunale

Giovedì 28 marzo si è svolto presso la “Libreria Odradek Pomezia” l’evento organizzato e moderato dal consigliere comunale Stefano Mengozzi “Fermiamo il DDL Pillon”. Presenti all’incontro la segretaria della CGIL Pomezia Silvia Ioli, la consigliera regionale Marta Bonafoni, la presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio Sen. Valeria Valente, Barbara Tamanti dell’Assemblea delle Donne dei Consultori, Teresa Di Martino dello Sportello Donna, rappresentanti della CGIL e dell’ANPI. L’evento, dedicato all’analisi del controverso “disegno di legge Pillon” in materia “di diritto di famiglia, separazione e affido condiviso dei e delle minori” è stato caratterizzato da molteplici interventi e da una grande partecipazione cittadina. Il disegno di legge, attualmente in attesa di calendarizzazione, prende il nome dal senatore della Lega Simone Pillon, uno degli organizzatori del Family Day, e ha incontrato forte opposizione trasversale dalle forze politiche.

L’iniziativa è nata come un’assemblea pubblica per cercare di unirci alla mobilitazione nazionale contro il DDL Pillon. Ha avuto un risultato davvero importante e una grande partecipazione: questo denota una grande sensibilità della popolazione sull’argomento e su temi che rischiano di mandarci cinquanta anni indietro verso il medioevo, non solo sul fronte dei diritti delle donne, che è ovviamente un caposaldo, ma anche in materia della legislazione sul diritto di famiglia. È stata un’assemblea molto complessa, ma siamo molto felici di come si è svolta. Quando si entra nel merito di aspetti legislativi così complessi e quando si toccano questi temi è molto difficile affrontarli con efficacia. Abbiamo riscontrato un’attenzione particolare e una notevole capacità di penetrare nella struttura del DDL per capire anche gli articoli minori e cosa nascondono: nel diritto di discendenza, ad esempio, ci sono degli aspetti che ci fanno ritornare quasi al codice Rocco. Per questi motivi penso sia stata una buona iniziativa. Mi auguro che il mio appello sia ascoltato, che ci sia una condivisone larga dalle varie componenti del consiglio per aggiungere anche la voce del comune di Pomezia contro questa ipotesi legislativa” ha dichiarato Stefano Mengozzi in una nostra intervista.

La mozione “Fermiamo il DDL Pillon” è stata poi discussa nel corso del consiglio comunale, riunitosi il 1° aprile.

La presentazione è seguita dall’intervento della consigliera Pizzuti (M5S) che, dichiarandosi consapevole delle criticità del DDL e ritenendolo troppo rigido nelle sue formulazioni e troppo generalizzante nelle disposizioni, esprime il proprio appoggio alla mozione.

Molto meno convinto il cons. di minoranza Fucci (ESSERE POMEZIA): “Per la prima volta in Italia si affrontano divorzio e separazione in maniera paritaria: questo è un elemento molto innovativo che rispecchia il sentimento popolare di voler riequilibrare la condizione di queste famiglie. Il più grande elemento di innovazione ed equità è quello di equilibrio tra le figure genitoriali: ora un genitore non potrà più sottrarsi dalle sue responsabilità assunte con il matrimonio, nemmeno con il divorzio. Il DDL Pillon nasce per dare il medesimo riconoscimento a entrambi i genitori ed è giusto che in caso di separazione l’affidamento dei figli sia del 50 e 50. Bisogna inasprire le conseguenze della violenza domestica e questo DDL lo sta facendo per la prima volta”. Il lungo intervento dell’ex sindaco si conclude con una prima dichiarazione di voto: “Io vedo tanti vantaggi in questo DDL: questo è il motivo per cui non posso condividere le motivazioni di questa mozione che punta a respingere quella che è una grande opportunità”.

“Ho difficoltà oggettive a comprendere queste argomentazioni” interviene in risposta il cons. Schiumarini (MISTO-PD). “Non possiamo considerare solo le parti buone di una legge che ha pesanti ripercussioni sulle vite di una famiglia: quando ci sono figli di mezzo, quando dei legami vengono meno le istituzioni devono intervenire per garantire i diritti dei soggetti deboli. Riconosco che fa molta più audience la storia del papà ridotto in povertà dalla moglie o dai giudici: in virtù di questa visione sensazionalistica il DDL vuole stravolgere completamente il modo di pensare alla famiglia nel momento in cui cessa di esistere. Io credo che la mia idea di donna, di mamma, sia completamente diversa da quella del Sen. Pillon. Non possiamo distruggere in un DDL cinquanta anni di storia, di diritti civili, di donne e famiglie”. La stoccata conclusiva è evidente: “Ringrazio Stefano per la sua sensibilità nel portare in consiglio questi argomenti e spero che non ci sia voto politico su questo: così come è presentato è inammissibile, dobbiamo respingerlo per dovere nei confronti dei nostri cittadini e in difesa del concetto di persona e famiglia, non per collocazione politica dei proponenti del DDL. Il voto di un consiglio comunale di una città così importante significa creare una forte iniziativa democratica. Non possiamo appoggiare una riforma così distruttiva”.

Mengozzi, nel suo intervento di replica, sottolinea alcuni dei punti emersi nel dibattito: “Vorrei evidenziare che il DDL Pillon non tiene conto dei diritti basilari e della parità delle voci prese in esame: ha considerato la voce dei padri separati, non delle associazioni a difesa della tutela delle donne. Il punto di vista del Sen. Pillon in relazione ai minori è di tipo proprietario: i figli non sono un problema, o una merce da gestire! I figli non sono proprietà dei genitori, non possiamo appoggiare un DDL che si fonda su questa visione anacronistica e in contrasto con la nostra costituzione. Molti padri si ricordano di esserlo solo dopo la separazione: i figli non sono e non devono essere costretti a passare ipocritamente tempo con questi uomini”.

Più moderato l’intervento del Cons. Pagliuso (MISTO-LEGA): “Riconosco che è un argomento molto sentito. Con il DDL mi trovo in parte d’accordo, in parte meno: penso sia un buon punto di partenza per tutelare queste situazioni e affrontare determinate problematiche tipiche della separazione. Spero che l’apparente archiviazione del DDL porti a un dibattito sull’argomento. Per questo io e il consigliere Pinna (MISTO-LEGA) non parteciperemo al voto su questa mozione. I figli devono essere tutelati in ogni modo e rappresentano il fulcro della discussione”.

Favorevole alla mozione anche il Cons. Piumarta (M5S): “Ho letto il DDL: si fa scudo con idee e argomentazioni fallaci, lasciando intendere una visione datata della famiglia, ad esempio, nell’aggravio delle procedure di divorzio. Questo fine secondario non lo condivido, non coincide con l’intenzione di base della legge. Non penso sia tutto da buttar via, ma probabilmente andrà rivisto da capo nella sua interezza. Sono assolutamente a favore dell’uguaglianza ma trovo assurdo pensare che si debba dividere in maniera così netta il tempo di affido del minore ai genitori: nelle situazioni specifiche questo provvedimento non rappresenta gli interessi del minore. Spero in futuro si discuterà nelle sedi adeguate non partendo dalle posizioni ideologiche ma dalle situazioni pratiche”.

In dichiarazione di voto il cons. Fucci ribadisce la sua contrarietà alla mozione: “Penso la discussione sia stata fuorviata nel merito delle proposte, ma ben venga il dibattito sull’argomento. Mi sorprende l’atteggiamento della Lega in consiglio comunale in mancata difesa di un provvedimento a trazione principalmente leghista. Penso sia il caso di dover mettere in discussione questi temi con volontà di riequilibrare: per questo voteremo contro questa mozione”.

“La mozione non verte sul voto politico ma sui contenuti: bisogna discutere di equità e parità, ma prima di arrivare all’affido condiviso e alle altre previsioni del DDL bisogna considerare tutte le statistiche e i dati. Io sono convinto che se si parte da qui si arriverà a un miglioramento delle condivisioni: nel DDL si parte già dalla fine e si amplificano le disuguaglianze nel tentativo di riformare gli istituiti. Ringrazio il collettivo “Non una di meno” per il loro lavoro e anche a nome loro voterò a favore di questa mozione. Ringrazio chi ha superato in quest’aula il posizionamento politico per discutere degli argomenti”. Così Stefano Mengozzi chiude in dichiarazione di voto la discussione della mozione, che viene votata con il parere favorevole della maggioranza come dichiarato dal cons. Pizzuti (M5S).

Con 2 voti contrari e 16 favorevoli la mozione “Fermiamo il DDL Pillon” viene accolta dal consiglio comunale.

“La mozione contro il DDL Pillon è stata approvata dal consiglio comunale. Pomezia dice no ad un arretramento dei diritti delle donne e dei bambini. No ad un’idea delle figlie e dei figli “proprietà” dei genitori. No a una finta parità che si dovrebbe ricercare prima tra i generi e poi dentro una famiglia. È stato un bel dibattito e vogliamo ringraziare i consiglieri di maggioranza per la condivisione di una battaglia che vuole evitare un ritorno al Medioevo. Anche i consiglieri della Lega, uscendo dall’aula, hanno colto le criticità del Ddl Pillon. A difenderlo sono rimasti l’ex Sindaco Fucci e il gruppo di Essere Pomezia, con ragioni proprie della destra più conservatrice. Per ultime, ma perché sono le più importanti, grazie a tutte le associazioni di donne che in questi mesi hanno dato vita ad una mobilitazione che sta dando i suoi frutti per contrastare le derive di questo provvedimento”. Stefano Mengozzi commenta così l’approvazione con ampia maggioranza della sua mozione che corona nel migliore dei modi la sua iniziativa.