cose-marzio-pellegrini-ritratti-letterari

Cose di Marzio Pellegrini

Dopo la prima volta siamo tornati alla Kermesse per un’altra presentazione organizzata da I Love Club del Libro.

Stavolta è per “Cose”, una raccolta di racconti del giovane autore Marzio Pellegrini, nato a Roma, ma trapiantato ad Ardea. Marzio ha appena ventitre anni, ma la sua folta barba lo fa apparire più grande. È un ragazzone alto, dalle spalle larghe e con una fisionomia che ispira simpatia. Ha frequentato un istituto alberghiero, da piccolo voleva fare il cuoco e sarà per questo che lo ribattezzo subito il “Cannavacciuolo con la penna tra le dita”.

Non so se ha imparato a cucinare, ma di sicuro sa scrivere con uno stile che, per sua stessa ammissione, si ispira a Bukowski e a John Fante. Ama i versi di Francesco Guccini, forse la sua barba è un involontario tributo al cantautore.

Nei suoi racconti, come nelle canzoni di Guccini, c’è una sensibilità e un romanticismo che si alternano e vengono spezzati e quasi dissacrati da un’apprezzabile vena ironica e goliardica.

Tra i racconti romantici spiccano C’est l’amour e Ancora tu.

Dimostra invece una delicata sensibilità, che è croce e delizia per chi ne è dotato, nel racconto E’ tutto come sembra e in Goffredo.

Per l’ironia anche un po’ macabra sono interessanti due racconti: Il ristorante cinese che potrebbe essere una scena di un film di Tarantino e La giovane vecchina che va a toccare il genere fantasy o, se preferite, quello di una fiaba per adulti.

Al di là delle classificazioni, che sono sempre riduttive e parziali, uno dei racconti che ho preferito è Pranzo con lei, un’autentica descrizione del primo incontro di una fidanzata con la famiglia del suo ragazzo. “Cose” si lascia leggere come una passeggiata in bici in una strada di campagna, fatta di saliscendi dolci e, anche se può essere apprezzato da lettori d’ogni età, si rivolge soprattutto ad un pubblico giovane in grado di riconoscersi completamente nelle atmosfere e nei personaggi creati dalla fantasia e dalle esperienze dell’autore.

Il maestro Bukowski nella sua opera “E così vorresti fare lo scrittore?” scriveva:

“Se non ti esplode dentro a dispetto di tutto non farlo. A meno che non ti venga dritto dal cuore e dalla mente e dalla bocca e dalle viscere, non farlo se devi stare per ore a fissare lo schermo del computer… non farlo se lo fai per soldi o per fama, non farlo perché vuoi delle donne nel letto… se stai cercando di scrivere come qualcun altro, lascia perdere”.

Credo che Marzio Pellegrini tenga sempre ben in mente queste parole e allo stesso modo mi sento di dire che per scrivere non serve una preparazione accademica, ma è indispensabile amare la lettura. Non basta leggere quello che ci piace, bisogna avere la curiosità, la costanza e la volontà di leggere tanti libri differenti: la varietà di autori, epoche e generi letterari costituisce le fondamenta per poter costruire il proprio stile riconoscibile ed autentico. Per questo, visto che l’autore è giovanissimo, vorrei dargli un piccolo consiglio come se fossi un fratello maggiore di penna: non limitare mai le letture, esplora più che puoi l’universo della letteratura.